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Lavoro F.u.o.r.i.: Un Modello Funzionante di Reintegrazione Sociale
Quattordici persone detenuti selezionati dalle aziende

Nelle pagine odierne del quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno - Lecce, l’articolo dal titolo “Dal carcere al lavoro già assunti 14 detenuti” di Andrea Aufieri, illustra i primi risultati del recruiting day tenutosi lo scorso 7 novembre all’interno del progetto “Lavoro F.U.O.R.I.” (Formazione Unita a Orientamento per il Reinserimento e l’Inclusione).
Quattordici dei 25 detenuti idonei che hanno sostenuto i colloqui di lavoro presso il carcere di Borgo San Nicola sono già stati selezionati dalle aziende del territorio. Un primo, significativo risultato per il progetto Lavoro F.u.o.r.i., l'iniziativa avviata da ARPAL Puglia in collaborazione con la Casa Circondariale di Lecce, Confindustria e promossa per volontà del prefetto Natalino Manno. Per gli altri candidati, le imprese hanno già programmato l'inserimento nel corso del 2026, con una particolare attenzione alla prossima stagione turistica.
Dieci le aziende che hanno risposto all'appello: Caroli Hotels (che aveva già assunto due persone in precedenza), Nuova EdilPerrone sas, Fratelli Schiavone, Cds Hotels, EdilCostruzioni, Studio Vitrugno, Gdo Supermercati, Torcito Resort, Damiani Costruzioni snc e Made in Carcere. Un successo che evidenzia la serietà delle competenze riscontrate: la responsabile risorse umane di Cds Hotels, Francesca Perrone, ha sottolineato come l'esperienza sia stata significativa, rivelando figure con "competenze reali che in contesti tradizionali forse non avremmo intercettato", e citando la collaborazione nata con Made in Carcere.
Secondo i dati di ARPAL Puglia, i profili selezionati coprono una vasta gamma di settori e mansioni, con inserimenti immediati e stagionali: tre profili richiesti da Caroli Hotels (manutentore, cameriere di sala-bar, cameriera d'albergo), quattro da Torcito Resort per l'estate 2026 (aiuto pasticcere, commis di bar, aiuto pizzaiolo-aiuto cuoco, cameriera ai piani), e due da Cds Hotels (manutentore e addetta alle pulizie).
ARPAL Puglia e il Superamento delle Barriere
Il progetto Lavoro F.u.o.r.i. non è solo una risposta al fabbisogno di personale delle imprese, in particolare nel turismo, ma rappresenta un tassello cruciale nel rafforzamento del posizionamento dell'Agenzia regionale pubblica per le Politiche attive del lavoro. ARPAL Puglia si pone al fianco di chi, a causa di barriere come il carcere e il pregiudizio sociale, non ha la possibilità o la capacità di autodeterminarsi. Il direttore di ARPAL Puglia, Gianluca Budano, ha evidenziato l'impatto sociale moltiplicatore: "Un genitore che torna a lavorare significa ricomporre una famiglia e ridurre i rischi sociali che gravano sui figli. L’esperienza ha unito la soddisfazione dei fabbisogni produttivi a un valore pubblico, come la reintegrazione di chi ha vissuto una vicenda giudiziaria".
"Si è superato un muro burocratico che frenava la reinclusione," ha aggiunto Budano. "Ora c'è un modello operativo funzionante, replicabile sia a Lecce con numeri più alti, sia in altri istituti". L'intenzione è infatti quella di rendere stabile questa prima attività sperimentale in tutti gli istituti penitenziari pugliesi, auspicando che possa diventare una sorta di nuovo livello essenziale delle prestazioni (LEP). L'obiettivo è duplice: far sì che la pena diventi realmente rieducativa e che la macchina pubblica dia una concreta possibilità di reinserimento sociale a questi cittadini, prevenendo il rischio di recidiva ed evitando l’estensione dello stigma nei confronti dei familiari, in particolare dei figli.
Lavoro, Dignità e Ri-educazione
La direttrice del carcere, Maria Teresa Susca, ha lodato l'iniziativa, sottolineando che "favorire l'inserimento della persona detenuta in un valido contesto lavorativo stimola e sostiene il percorso di costruzione di progettualità di vita basate sulla legalità. Il progetto si fonda sul convincimento condiviso che il lavoro sia l'elemento del trattamento per eccellenza, accrescendo l'autostima, premiando l'impegno e rafforzando il senso di appartenenza alla comunità, e permettendo, in altri termini, di perseguire concretamente la finalità rieducativa e risocializzante, riducendo il rischio di recidiva".
Sulla stessa linea il prefetto Natalino Manno: "Questa iniziativa è un segno di solidarietà del territorio verso le fasce più vulnerabili. Ogni persona che torna a delinquere è una sconfitta collettiva: il lavoro è la leva principale per restituire dignità".
Pubblicato il 16 dicembre 2025