M - Parla come ARPAL - Le parole del Lavoro, della PA e dei servizi digitali
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Parla come ARPAL. Le parole del lavoro, della PA e dei servizi digitali
Contratto a tempo indeterminato, Mobbing, Indennità di disoccupazione. E ancora: Determina, Accesso agli atti, SPID. Sono solo alcune delle parole che usiamo ogni giorno. Talvolta comprensibili solo per gli addetti ai lavori, spesso così ambigue o vaghe da generare dubbi e incomprensioni tra le persone e chi opera agli sportelli.
L'esatto contrario di ciò che dovrebbe fare una Pubblica Amministrazione: garantire una comunicazione chiara, usare un linguaggio semplice e raggiungere tutte e tutti.
Parla come ARPAL spiega i diritti, le opportunità e i benefici nascosti tra le lettere dei termini più usati nel Lavoro, della Pubblica Amministrazione e dei servizi digitali. Aiuta le persone a riconoscere il vero significato di parole e concetti che possono apparire indecifrabili, come in un anagramma.
E Parla, guarda caso, è proprio l'anagramma di ARPAL.
Indice di Parla come ARPAL
M
La manifestazione di interesse è un atto formale con cui un soggetto (persona fisica o giuridica) comunica la propria disponibilità a partecipare a una procedura pubblica, come un bando, un avviso o una selezione, prima dell’avvio della fase di presentazione delle offerte.
Non costituisce un impegno né per il soggetto interessato né per l’amministrazione, ma rappresenta una fase preliminare che può precedere l’indizione della procedura ufficiale.
Per minore straniero non accompagnato si intende, come descritto nell'articolo 2 della Legge n. 47 del 7 aprile 2017, Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati, il/la minorenne senza cittadinanza italiana o dell'Unione europea che si trova per qualsiasi causa nel territorio dello Stato o che è altrimenti sottoposto alla giurisdizione italiana, privo di assistenza e di rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti per lui/lei legalmente responsabili in base alle leggi vigenti nell'ordinamento italiano.
Per approfondimenti, consulta il sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Il mobbing è una forma di violenza psicologica sul luogo di lavoro, caratterizzata da comportamenti vessatori, sistematici e ripetuti nel tempo, attuati da colleghi o superiori nei confronti di un lavoratore:
- emarginazione e isolamento dal gruppo di lavoro;
- critiche immotivate e continue sulle prestazioni;
- assegnazione di compiti degradanti o non coerenti con le mansioni;
- diffamazione, insulti, minacce o intimidazioni;
- boicottaggio dell’attività lavorativa.
Il mobbing può avere conseguenze gravi sulla salute psicofisica della vittima — stress, ansia, depressione e altre patologie — e compromettere il suo equilibrio personale e professionale.
Nel contesto del mercato del lavoro, il termine mobilità può riferirsi a diversi ambiti:
- Mobilità territoriale: il trasferimento di lavoratori da una sede all’altra, da una regione all’altra o anche tra Stati diversi, per motivi occupazionali.
- Mobilità professionale: il passaggio da una mansione o qualifica a un’altra, anche in seguito a percorsi di formazione o riqualificazione.
- Procedure di mobilità: in passato, l’iscrizione alle liste di mobilità era prevista per i lavoratori licenziati per riduzione di personale o cessazione dell’attività, che potevano accedere a specifici ammortizzatori sociali e percorsi di ricollocazione. Questa misura è stata superata dalla NASpI e da altri strumenti attivi.
La mobilità può essere promossa anche attraverso incentivi alla ricollocazione o misure di politiche attive per il lavoro, volte a facilitare la transizione tra diverse situazioni lavorative o geografiche.